Storia di Venezia
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VENEZIA, 23 04 1324:   L'Imperatore Federico II che si trova a Venezia ripara ad Aquileia per evit --->>
Venice Map 1525 Luigi Gigio Zanon

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Questa rubrica sulla Storia di Venezia e del Veneto

è frutto di anni di ricerche negli Archivi dei Frari, alla Marciana e al Correr.
Fra gli antichi scaffali, nello scartabellare antiche Buste, Raspe, Commentarii, ho avuto modo di assaporare l'emozione del toccare manoscritti vecchi di secoli, con firme e sigilli di Procuratori, Dogi, Condottieri...
Ho scoperto cose interessanti che ho trascritto in parte su libri, altre le ho inserite in diapo-film, altre ancora sono ferme allo stato di semplici annotazioni nei miei archivi personali.

Luigi "Gigio" Zanon

Storia di Venezia, il giorno 9 maggio
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9 maggio 988
Il giorno dell'Ascensione il Doge Pietro Orseolo II, ascoltata la S. Messa nella Cattedrale di San Pietro di Castello, riceve dal Vescovo di Olivolo una Insegna benedetta, s'imbarca sulla nave capitana e salpa per una spedizione militare in Istria contro i pirati Narentani.
SarÀ  una spedizione trionfale, terminata con la definitiva sconfitta dei pirati e con l'estensione del Protettorato di Venezia sulla Dalmazia e l'Istria.
Dopo di allora il Doge assumerÀ  il titolo di Duca della Dalmazia e avrÀ  inizio la tradizionale festa dello Sposalizio con il Mare.
9 maggio 1356
Emessa la seguente ordinanza:
"Volendo impedire i disordini soliti a verificarsi in occasioni di matrimoni, i nobili, essendo quelli che meno degli altri, per condizione e per educazione, dovrebbero dar motivo di scandalo, sono puniti con doppia pena dei plebei".
Questo atteggiamento del Legislatore, promulgato in pieno Medioevo, À¨ molto indicativo della dignitÀ  e significanza sociale che la Serenissima assegnava anche alla Plebe.
9 maggio 1462
Vengono emanate diverse leggi e ordinanze. Tra le altre spiccano le seguenti:
- D'ora in avanti il titolo di Venezia non sarÀ  piÀ¹ "Comune di Venezia" bensÀ¬ Dominium Venetiarum (ossia "Signoria di Venezia").
- I giorni di lunedÀ¬ saranno destinati alle Udienze del Doge. Questi potrÀ  ricevere Ambasciatori stranieri solo in presenza di quattro Consiglieri e due Capi della Qurantia.
9 maggio 1555
In "Pregadi": Nessun Cristian puÀ² comperar crediti di usura da Ebrei o dar capitali con usura.
9 maggio 1583
Una fortissima pallonata, accidentalmente colpisce e uccide un passante in campo Santo Stefano.
9 maggio 1618
A soli 34 giorni dall'Investitura, muore per apoplessia il Doge NiccolÀ² DonÀ , all'etÀ  di 79 anni.
La sua tomba era situata nella ex chiesa di Santa Chiara a Murano e suoi resti andarono dispersi quando nel 1810 la chiesa e il convento passarono al Demanio dopo essere state disperse le loro comunitÀ  monastiche in seguito alle leggi napoleoniche.

N.d.E.
Come era prevedibile, la demanializzazione di tali Beni, e il conseguente abbandono in cui vennero lasciati, provocarono la rovina di questi come di moltissimi altri splendidi monasteri e chiese nel Centro e nella Laguna di Venezia.
Emblematico il caso dell'Isola della Certosa, che nell'Isolario del Padre Coronelli, agli albori del 1700, ancora figura completamente murata ed edificata, con splendidi chiostri, frutteti e fontane, e che nel giro di neppure cinquant'anni si ridusse alla selva di rovi che ancora adesso possiamo osservare fianco all'Isola di Sant'Andrea nella Bocca Portuale di San NicolÀ².
9 maggio 1664
I Pievani delle Parrocchie devono venir eletti entro tre giorni dalla vacanza della Sede parrocchiale.
9 maggio 1789
Al primo scrutinio viene eletto Doge Ludovico Manin all"â„¢etÀ  di 64 anni, ultimo della serie iniziata con Paoluccio Anafesto nell'anno 697.
Alla notizia della sua nomina il nobile Pietro Gradenigo pronuncia la frase famosa: "I ga fato Doxe un furlan, la Republica xe morta!".
La famiglia Manin apparteneva al Patriziato di Venezia fin dal 1651, ma per le Dinastie Veneziane piÀ¹ antiche essa rimaneva Furlana essendo appunto originaria del Friuli.
Dopo quattro anni di Principato Ludovico, vedendo precipitare gli eventi internazionali e con essi la Dominazione Veneziana, avrebbe voluto rinchiudersi in un convento, ma ne fu trattenuto dalla moglie.
Pur non potendolo definire un incapace, questo Manin si dimostrÀ² poco adatto a quei tempi terribili, non possedendo egli la tempra del suo predecessore Paolo Renier nÀ© la foga passionale e chiaroveggente del di lui figlio adottivo Daniele.
Caduta la Repubblica Ludovico Manin si ritirerÀ  nel palazzo di Famiglia a San Salvador, e successivamente in quello del cognato ai Servi, dove dopo trentasei giorni di malattia morirÀ  il 24 ottobre 1802, esecrato dal popolino che erroneamente gli attribuÀ¬ la colpa per la caduta della millenaria Repubblica.

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