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Storia di Venezia |
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Storia di Venezia, ricerca |
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Questa rubrica sulla Storia di Venezia e del Veneto è frutto di anni di ricerche negli Archivi dei Frari, alla Marciana e al Correr.
Fra gli antichi scaffali, nello scartabellare antiche Buste, Raspe, Commentarii, ho avuto modo di assaporare l'emozione del toccare manoscritti vecchi di secoli, con firme e sigilli di Procuratori, Dogi, Condottieri...
Ho scoperto cose interessanti che ho trascritto in parte su libri, altre le ho inserite in diapo-film, altre ancora sono ferme allo stato di semplici annotazioni nei miei archivi personali.
Luigi "Gigio" Zanon
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- 6 febbraio 1515
- Muore in Venezia Aldo Manuzio il Vecchio, stampatore principe.
Nato a Bassiano nel Lazio, mentre si trovava a Carpi concepì l'idea di istituire una stamperia destinata sopratutto a dare edizioni dei migliori autori greci e latini, scegliendo di aprirla a Venezia, città dove si stabilì.
Divenne subito famoso, creando anche nuovi caratteri di stampa tra i quali il "minuto italico", comunemente conosciuto come "corsivo".
Nella sua abitazione fondò l'Accademia Aldina che durò fino a due anni dopo la sua morte.
Curatissimi nel testo e nella veste, scritti con caratteri perfetti, contrassegnati sul frontespizio dalla celebre marca tipografica: l'Ã ncora con il delfino, i libri di Aldo sono vanto dell'arte editoriale di tutti i tempi.
La Repubblica veneta onorò altamente il celeberrimo tipografo-umanista. Alle sue esequie, celebrate nella chiesa di San Paternian, furono messe attorno alla bara alcune pile di libri, estrema testimonianza di amore a chi di Venezia aveva fatto il più importante centro della cultura classica.
- 6 febbraio 1675
- Al primo scrutinio viene acclamato Doge NiccolÀ² Sagredo, in concorrenza con Angelo Corner.
La sua era stata una famiglia molto chiacchierta per colpa del padre Zaccaria, incarcerato per dieci anni e privato del titolo di Procuratore di San Marco a causa della viltÀ e inettitudine dimostrate mentre era Provveditore generale dell'esercito, al tempo della guerra per la successione di Mantova e del Monferrato. .
Successivamente perÀ², anche a causa delle morti gloriose in guerra dei fratelli di NicolÀ², Paolo e Bernardo, vennero dimenticate le colpe del padre. Infatti un altro Sagredo, Alvise, venne eletto Patriarca di Venezia dopo che morÀ¬ il Doge (infatti le due cariche erano incompatibili nella stessa famiglia).
Durante il Dogado di NiccolÀ² per la prima volta vennero lastricate le vie di Venezia.
- 6 febbraio 1760
- L'editore Pietro Marcuzzi fa uscire il primo numero della "Gazzetta Veneta" periodico bisettimanale al prezzo di cinque soldi la copia, affidandone la direzione a Gaspare Gozzi.
L'abbonamento annuo alla pubblicazione costa uno zecchino. Sotto il titolo viene specificato che contiene tutto quello, che da vendere, da comperare, da darsi a fitto, le cose ricercate, le perdute, le trovate, in Venezia, o fuori di Venezia, il prezzo delle merci, il valore de' cambi, ed altre notizie, parte dilettevoli, e parte utili al pubblico.
L'ufficio ˬ a San Polo, presso a calle di Ca' Bernardo, porta sola con campanello.
La Gazzetta Veneta À¨ tra i piÀ¹ antichi periodici nella Penisola Italica.
- 6 febbraio 1793
- Muore il commediografo veneziano Carlo Goldoni.
Dopo una vita di estenuanti battaglie combattute e vinte per una sana riforma del teatro italiano, si spegne a Parigi, in miseria, lontano dalla città adorata:
Da Venezia lontan do mile mia
no passa dì che no me vegna in mente
el dolçe nome de la patria mia
el lenguazo e i costumi de la zente.
Ma non è solo; attorno a lui sono i suoi figli migliori: la saggia Mirandolina, l'astuto Pantalone, Don Marzio il maldicente, sior Todero brontolon, i Rusteghi ostinati, il Burbero benefico, le deliziose comari ciozòte, le servette amorose e ciacolone dei campielli veneziani: non fantasmi dell'arte, ma creature vive, palpitanti, che il genio di "papà Goldoni"" ha reso immortali.
- 6 febbraio 1848
- Alcuni professori dell'Università di Padova vengono sospesi dall'insegnamento e invitati a lasciare al più presto la città .
Il provvedimento adottato dalle autorità austriache rileva che i professori si sono macchiati di un gravissimo misfatto: Hanno indossato abiti di velluto alla foggia cosiddetta italiana e mettono in mostra barba e mustacchi lunghi.
L'Austria non tollerava che i suoi funzionari portassero barba e baffi, anzi considerava addirittura ribelle chi contravveniva alla disposizione.
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