Storia di Venezia
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VENEZIA, 19 04 1559:   Viene eletto Cancellier Grande Francesco Ottobon. --->>
Venice Map 1525 Luigi Gigio Zanon

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Questa rubrica sulla Storia di Venezia e del Veneto

è frutto di anni di ricerche negli Archivi dei Frari, alla Marciana e al Correr.
Fra gli antichi scaffali, nello scartabellare antiche Buste, Raspe, Commentarii, ho avuto modo di assaporare l'emozione del toccare manoscritti vecchi di secoli, con firme e sigilli di Procuratori, Dogi, Condottieri...
Ho scoperto cose interessanti che ho trascritto in parte su libri, altre le ho inserite in diapo-film, altre ancora sono ferme allo stato di semplici annotazioni nei miei archivi personali.

Luigi "Gigio" Zanon

Storia di Venezia, il giorno 24 giugno
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24 giugno 1258
Durante una delle tante guerre contro Genova trentanove navi al comando di Lorenzo Tiepolo, Andrea Zeno e Paolo Falier, si scontrano con la flotta Genovese poco lungi dal porto di Acri.
Venticinque navi vengono catturate, le altre volte in fuga e i quartieri genovesi di Acri saccheggiati e bruciati.

24 giugno 1480
I quattromila Genovesi assediati in Chioggia, senza speranza di ricevere aiuto dall'esterno e sfiniti dalla fame, si arrendono ai Veneziani senza condizioni.
In Venezia esplo­de l'entusiasmo popolare: À¨ la fine della guerra di Chioggia, durata quasi due anni e che aveva seriamente minacciato la Serenissima da vicino.
24 giugno 1508
Un ortolano chioggiotto, Baldissera Zanon, mentre pas­seggia sulla spiaggia di Sottomarina, vede improvvisamente com­parire una giovane donna seduta sopra uno zocco (ceppo d'albero).
La fanciulla gli dice di essere la Madonna e lo incarica di riferire che Chioggia deve fare penitenza per i suoi peccati, quindi monta su una piccola barca e scom­pare.
La Madonna della Navicella ˬ venerata nella Chiesa di San Giacomo, a Chioggia, dove si conserva anche lo zocco su cui miracolosamente apparve.
24 giugno 1586
Viene disposto dal Consiglio dei Dieci che colui che denunci chi abbia gettato fanghi o rovinazzi nei canali potrÀ  liberare un bandito per omicidio puro, oltre naturalmente riscuotere le taglie fissate.
Il problema degli scarichi abusivi, specialmente di mate­riale di costruzione À¨ sempre risultato di ardua soluzione, viste le caratteristiche del territorio lagunare; con quella legge si sperava di ovviare almeno in parte a tale malcostume.

24 giugno 1645
Al Provveditore Generale di Candia, Andrea Corner, arriva un rapporto dal provveditore di Canea: da Capo Spada si vede un'immensa foresta di vele Turche che dirige sull'isola. La sera stessa l'Armata Ottomana, composta da ben cinquan­tamila uomini, sbarca sulla spiaggia di GognÀ , a quindici miglia da Canea. La cittÀ  À¨ ben presto assediata.

La Flotta Turca attacca anche il Castello di San Todero, uno dei capisaldi dell'isola di Candia, difeso da pochi cannoni e da un'esigua guarnigione Veneziana. Dopo accanito com­battimento, i Turchi riescono a penetrare nel castello. L'istriano Biagio Zulian (o Giuliani), comandante della roccaforte, corre al deposito delle polveri e vi dÀ  fuoco.
Pochi giorni dopo, a Venezia, Doge e Senatori ascoltano in piedi la relazione del fatto eroico: Il capitan Giuliani, dato fuoco alla municione, ha piÀ¹ tosto voluto morire generosamente con li suoi, et con gran parte dei medesimi Turchi quali vi erano entrati, che mai rendersi. VolÀ² quel prode coi compagni gloriosamente in Cielo et mandÀ² cen­tinaia di anime turche all'inferno.


24 giugno 1866
Le truppe Piemontesi, rinforzate da soldati dell"â„¢ex Regno di Napoli e da quelle della nuova Italia, seppure in stragrande vantaggio di uomini e di artiglierie subiscono una sonora sconfitta dalle truppe Austriache guidate dall"â„¢ Arciduca Alberto D"â„¢Asburgo. Nelle truppe austriache c"â„¢erano moltissimi soldati veneti; in special modo il reggimento Winpffen era composto solo da Veneti.
Questa animositÀ  dei Veneti verso gli Italo-piemontesi era sorta soprattutto per la mancanza di parola e di aiuti durante la famosa resistenza di Venezia, ma anche perchÀ¨ si erano sparse notizie sulla "fraterna" occupazione piemontese del Meridione d"â„¢Italia: stupri, rapine, massacri, interi villaggi bruciati, plebisciti svolti sotto la minaccia delle armi, e i Veneti non volevano fare la stessa fine.
Dovettero tuttavia soccombere nell"â„¢ottobre dello stesso anno a causa delle ingerenze dei grandi Stati europei.



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