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Storia di Venezia |
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Questa rubrica sulla Storia di Venezia e del Veneto è frutto di anni di ricerche negli Archivi dei Frari, alla Marciana e al Correr.
Fra gli antichi scaffali, nello scartabellare antiche Buste, Raspe, Commentarii, ho avuto modo di assaporare l'emozione del toccare manoscritti vecchi di secoli, con firme e sigilli di Procuratori, Dogi, Condottieri...
Ho scoperto cose interessanti che ho trascritto in parte su libri, altre le ho inserite in diapo-film, altre ancora sono ferme allo stato di semplici annotazioni nei miei archivi personali.
Luigi "Gigio" Zanon
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- 2 febbraio 0
- In questo giorno si festeggiava la Seriola, Festa della Purificazione di Maria Santissima, detta anche della Candelora.
Nella prima messa del mattino venivano benedette le candeline da accendere durante i temporali per scongiurare la caduta della tempesta (grandine).
I nostri contadini affermavano che dal tempo che faceva il giorno della Seriola si potesse prevedere che tempo avrebbe fatto in tutto il mese successivo.
Da questo giorno trae lo spunto il celebre detto popolare: Col dÀ¬ de la Candelora, da l"â„¢inverno semo fora; ma se piove o tira vento, de l"â„¢inverno semo drento.
- 2 febbraio 943
- In una localitÀ dell'estuario di Caorle, da allora conosciuta come Porto delle Donzelle, viene vinto e ucciso Gaiolo (da quÀ¬ il detto Veneziano di uno che vuol fare lo sbruffone: ti vol far el gajolo?) un pirata istriano, famigerato rapitore di donne e uomini di Venezia, allo scopo di ridurli in schiavitÀ¹.
La spedizione punitiva ˬ condotta dal Doge Pietro Candiano III.
Da questo avvenimento sembra sia stata istituita la Festa delle Marie.
Ricordiamo brevemente come si svolgeva la festa:
Dodici fanciulle, scelte tra le piÀ¹ belle della cittÀ , ciascuna ornata con gran lusso dalle famiglie patrizie della propria contrada, salivano su alcune barche (scaule) riccamente addobbate, andando fino a San Pietro di Castello, dove il Vescovo usciva a benedirle.
Ritornavano quindi a San Marco e dopo ascoltata la messa, precedute dal Doge su una barca dorata, percorrevano il Canal Grande sino a Rialto; poi per il rio del Fondaco dei Tedeschi andavano nella chiesa di Santa Maria Formosa ove si celebravano solenni cerimonie.
In seguito le 12 donzelle furono sostituite da delle figure di legno e ciÀ² perchÀ©, dati i tempi, l"â„¢usanza era tramontata pur rimanendo sempre la tradizione. Queste figure vennero chiamate Marione de tola data la loro mole. Esportata l"â„¢usanza in Francia, ma in scala ridotta, vennero da quella nazione nominate Marionet o petit Marion, da cui l"â„¢attuale appellativo di marionetta per tutte le figure del teatro di animazione.
- 2 febbraio 1366
- Dalle Croniche di San Salvatore di Francesco De Grazia:
Nel 1366 a' due febbraio i frati di San Salvatore vinsero la Regata; dal che puossi ragionevolmente conghietturare che in queste Regate, entrassero, talvolta come privati, le ComunitÀ Religiose, forse perchÀ© mettessero in concorso di altri a loro spese barche e uomini da remo, o perchÀ¨ scomettessero piuttosto a favore di una che di altra barca.
- 2 febbraio 1420
- A Padova, un violento incendio distrugge in gran parte il Palazzo della Ragione, detto anche " Salon" dalla grandiosa sala pènsile.
Sede delle antiche Magistrature patavine, autentico miracolo di statica e di aerea leggerezza, con tetto ligneo a carena coperto da lastre di piombo, fu subito ricostruito a cura di Bartolomeo Rizzo e di maestro Pizino.
Nel palazzo è esposta la pietra detta "del vituperio" per l'uso curioso cui era destinata: i mercanti falliti, alla presenza di un centinaio di persone, spogliatisi e rimasti con la sola camicia e mutande, vi sedevano per tre volte consecutive, dicendo: Cedo bonis (ossia, rinuncio ai miei beni a favore dei creditori).
Quindi venivano espulsi dalla città ; se vi rientravano abusivamente erano obbligati a ripetere la cerimonia, con l'aggiunta di tre secchi d'acqua gelida sulla schiena, tanto per rinfrescar loro la memoria.
- 2 febbraio 1446
- Muore Vittorino dei Rambaldoni, detto Vittorino da Feltre.
Educatore insigne, fondò a Mantova una pubblica scuola chiamata "La Gioiosa" dove l'insegnamento umanistico veniva impartito secondo lo spirito cristiano.
In una medaglia del Pisanello, il grande pedagogista è raffigurato, con felice intuizione, sotto le sembianze del pellicano che, secondo una leggenda, si apre il petto per nutrire di sé i propri figli.
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